Testare la suscettibilità antimicrobica
Come si può testare se un organismo è stato inattivato da un antimicrobico? Oltre a metodi che usano diverse diluizioni di un dato composto su una micropiastra, vi sono alcune tecniche basate sull'utilizzo delle piastre di agar che si possono usare per verificare quanto un microrganismo è suscettibile a un dato agente.
Metodo di diffusione in agar
In questo test, dei dischi di carta da filtro vengono trattati con un composto antibatterico e posizionati su una piastra di agar inoculata con batteri. I dischi trattati con un composto di controllo positivo (di solito un disinfettante ad alta efficacia) e un disco non trattato (controllo negativo) vengono testati in contemporanea a quelli con il composto di interesse. In questo tipo di test, la dimensione dell'area intorno al disco dove i batteri non crescono (chiamata "zona di inibizione") indica l'efficacia antimicrobica del composto.
Esperimenti di controllo
Quando si studiano agenti antimicrobici usando piastre di coltura è importante usare controlli appropriati, così da assicurarsi del successo (o del fallimento!) degli esperimenti. Qualunque sia il risultato, i controlli permettono di interpretare al meglio gli effetti osservati.
I controlli positivi vengono usati per dimostrare che un esperimento è valido. Per esempio, in un test di diffusione in agar, un controllo positivo conferma che i batteri sono cresciuti sulla piastra di agar e informa sull'aspetto dell'inibizione della crescita dei batteri stessi. Se il controllo positivo non fornisce i risultati previsti, bisogna ripetere l'esperimento.
I controlli negativi verificano che eventi che non dovrebbero influenzare l'esperimento non producano un effetto. Per esempio, se si diluisce un reagente con un buffer, si potrebbe verificare che il buffer non abbia un effetto sull'esperimento.
Figura 1: un test di diffusione in agar. Nell'immagine qui sopra, la crescita batterica appare come uno strato marrone confluente, con agar rosso sangue visibile nelle aree dove non vi è crescita. Una sola zona di inibizione si è sviluppata intorno a uno dei dischi. Gli altri due dischi sembrano presentare una limitata prevenzione della crescita intorno al perimetro, che è però troppo poco definita per essere registrata come una zona di inibizione vera e propria.
Disco ABG
Un'altra forma di test di diffusione in agar utilizza un disco per antibiogramma (ABG), reperibile in commercio, per confrontare la sensibilità di un microrganismo a diversi antibiotici allo stesso tempo. Il disco contiene svariati dischetti, ognuno dei quali viene trattato con un diverso composto da testare. La dimensione delle zone di inibizione che appaiono intorno ai dischetti indica la validità di specifici antimicrobici.
Test epsilometrico
Il test epsilometrico è anch'esso legato al test di diffusione in agar ed è reperibile in commercio. In questo test, delle strisce di carta bibula rettangolari vengono impregnate ciascuna con una concentrazione crescente, dall'estremità inferiore a quella superiore, di un antimicrobico che si vuole testare. Si procede poi inserendole in una piastra di agar in cui sono appena stati inoculati dei batteri. Dopo un periodo di incubazione, si determina la concentrazione minima inibente (MIC) di un farmaco necessaria per bloccare la crescita dei batteri. Per stabilirla, si legge la concentrazione sulla striscia nel punto in cui inizia a evidenziarsi la zona di inibizione, che assume forma di goccia.
Figura 2: un antibiogramma e un test epsilometrico. In entrambe le piastre, la crescita batterica appare come uno strato marrone. A sinistra, vediamo il disco ABG posto su una piastra di agar. Tre composti mostrano una potenziale attività antimicrobica grazie alla presenza di chiare zone di inibizione intorno ai dischi. A destra, vediamo tre strisce di test epsilometrico posizionate su una piastra di agar. Ciascuna mostra una chiara zona di inibizione a forma di goccia. La MIC viene determinata leggendo la concentrazione dalla striscia dove la crescita batterica inizia a essere inibita (la punta della zona di inibizione a forma di goccia).