Selezione artificiale
Confronto tra selezione artificiale e selezione naturale
Quando si parla di evoluzione è inevitabile affrontare l'argomento della selezione naturale, ovvero l'adattamento spontaneo e progressivo delle specie all'ambiente in cui vivono. Il risultato è che gli organismi meglio adattati all'ambiente, sia dal punto di vista genetico che comportamentale, sono quelli che hanno maggiori probabilità di riprodursi e di trasmettere il proprio patrimonio genetico. Cosa succede però quando l'accoppiamento non avviene in modo casuale, ma al contrario è un fattore esterno a stabilire quali organismi possono riprodursi? È proprio qui che entra in gioco la selezione artificiale.
Allevamento selettivo
Quando un agente esterno seleziona quali organismi far riprodurre, come ad esempio un agricoltore che vuole aumentare la produttività delle sue colture o un allevatore specializzato in cani di razza (Fig. 1), viene attuata la selezione artificiale. A trainare questo processo non è tanto la necessità di adattare l'organismo a un determinato ambiente, quanto piuttosto l'obiettivo di enfatizzare particolari caratteristiche presenti nell'attuale generazione allo scopo di aumentarne o promuoverne la presenza continua.
Figura 1. Illustrazione dell'evoluzione del carlino negli ultimi duecento anni.