Procedura di dissociazione basata sulla tripsina
La tripsina, una proteasi serinica, è presente nell'apparato digerente di numerosi vertebrati in cui svolge il compito di idrolizzare le proteine. Scinde le catene peptidiche principalmente sul lato carbossilico degli amminoacidi lisina o arginina, tranne quando uno dei due è seguito dalla prolina. Nelle colture cellulari la tripsina viene utilizzata per rompere le adesioni focali che ancorano le cellule alla piastra di coltura e le adesioni tra le cellule mediate dalla caderina, in modo da poter raccogliere singole cellule. Il meccanismo d'azione della tripsina è inibito dalle proteine del siero, dal calcio e dal magnesio; inoltre, in presenza di calcio, le caderine sono resistenti alla tripsina. Ecco perché la maggior parte delle soluzioni di tripsina contiene anche EDTA, che funge da agente chelante del calcio. Inoltre è necessario lavare prima le cellule utilizzando un tampone PBS privo di calcio e magnesio. Infine bisogna fare attenzione a non lasciare in incubazione le cellule con la tripsina per più di 2-5 minuti, poiché per periodi di tempo più lunghi questa sostanza può risultare tossica.
Questo video mostra come eseguire la procedura:
Di solito le soluzioni di tripsina sono di origine animale; devono essere conservate a -20°C e preriscaldate a 37°C prima dell'uso. Al posto della tripsina è possibile usare anche l'enzima TrypLE™. Non contiene sostanze di origine animale né umana, è stabile a temperatura ambiente per almeno 6 mesi, non è inibito dal siero e non richiede inattivatori della tripsina.